martedì 12 luglio 2016

Tu

Ho aspettato ore ed ore
sperando che arrivassi.
Le ore passavano
e il caldo aumentava
e chi andava
poi tornava
e mi fissava come a chiedermi
chi stessi aspettando, perché non me ne fossi già andata.
Il ragazzo che portava il cane a pisciare
è passato sei volte.
La signora del terzo piano
ha finito di girare da supermercato a supermercato per la spesa
e l'A83 è passato sia per l'andata che per il ritorno.
E tu non passavi mai
anche se avresti dovuto quaranta minuti prima.
La tua macchina non ha mai accostato al marciapiede
dove ti aspettavo
con le mani in mano
a reggermi su delle scarpe troppo scomode.
Il rossetto sbiadiva
e sbiadiva il mio fastidio per quelli che si fermavano
a fischiare.
Mi sentivo ridicola.
Ridicola per il tempo che ho sprecato a piastrare i miei capelli.
Ridicola per il tempo che ho sprecato a chiedermi cosa mettere
ridicola per tutte quelle cazzo di volte
che ho sprecato me stessa ad aspettare un tuo sì.

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