giovedì 29 marzo 2018

La via del vuoto


La via del vuoto non ha destinazione.
Sembra non finire mai. Cammini, fino a stancarti i piedi e ti sembra di essere sempre a metà strada.
E ad ogni passo in più maturi l'idea di star camminando a vuoto: la via del vuoto non porta ad alcun vuoto, è essa stessa un vuoto lacerante che ti indebolisce ad ogni fosso, ogni strettoia, ogni desolata strada. La via del vuoto è il percorso primo dell'uomo; e nonostante le infinite volte che l'uomo la percorre, non si impara mai la direzione né il senso del viaggio né il modo di camminare senza farsi troppo male.

venerdì 23 marzo 2018

La confessione

Non ricordo quanti anni avessi; ma ricordo quella stanza, quelle tapparelle chiuse e la porta chiusa a chiave.
Non so quanti anni siano passati, ma ricordo chi, quando, dove, come. Il perché l'ho ignorato per tutto questo tempo e solo adesso ho trovato la risposta al mio perché.
Non so dire se quel momento l'ho ricordato per tutta la vita o l'ho dimenticato per tutta la vita.
Comunque sia, quel momento è celato dentro di me e in certi istanti, fa male da morire. Fa un male che mi sale da dentro e mi arriva alla gola, mi appesantisce il petto, mi incatena, mi fa impazzire.
E' un male che non ho mai saputo gestire e non saperlo gestire, adesso, lo rende un male abnorme dentro me. E' come una marea di fumo che quando arriva mi soffoca e mi annebbia la mente di niente se non di furiosa insofferenza, di cospicuo mal di vivere, di malinconia.
Sono lontana dai pensieri cattivi, adesso, ma l'affacciarsi di nuvole grigie mi pone in uno stato di ansia e agitazione, che mi fa temere per me e per quello che sto costruendo passo a passo, con la pazienza che non ho mai avuto e con l'amore che non mi è mai stato dato.
Io ne ho fatte di cazzate nella mia vita. Un po' come tutti, un po' come nessuno.
E sono pentita di tutto e sono contenta di niente. Cancellerei la mia vita dal punto zero alla mia morte e sono sicura che se rinascessi, qualcosa l'avrei capito prima. Avrei evitato di gettarmi in attimi di cui adesso sono pentita a denti stretti. Avrei evitato, avrei evitato, avrei evitato, perché adesso cancellarli dalla mia mente non è come cancellarli dalla mia coscienza.
Io sono i miei pesi e i miei contrappesi. E potrei dire che nella mia vita ho fatto di tutto per funzionare come si deve. Il mio cuore è un marchingegno in sicurezza con password, allarmi, linee di limite, confini da ciò che sono stata e ciò che voglio essere.
Io sto bene. Davvero, sono felice. Ho imparato a ragionare con me stessa. Ma quando ripenso alle cazzate che ho fatto mi viene da nascondermi, difendermi, nascondere ogni prova per dimostrare che passato è passato, quella ero io e questa sono io. Ma quando ripenso alle cazzate che penso mi viene da piangere, basta una goccia a far traboccare il vaso e piango dal nervoso, dalla pressione, dalla paura che tutto mi cada addosso all'improvviso. Ma quando ripenso a me, alla mia coscienza, alla mia intima intimità, mi viene voglia di sputarmi in faccia. Perché io non dovrei essere qui a rimuginare, non dovevo fare le miriadi di cazzate che ho fatto, stupida, stupida, stupida. Stupida, cretina, imbecille, stronza.
Ne avessi fatta una buona.
Perché quando ripenso a quello che succedeva in quella stanza chiusa a chiave, quando nessuno c'era, apriva, bussava, a me viene voglia di correre nel tempo ed arrivare lì, a quel primo momento, e distruggere quella stanza, distruggere quella porta, lasciarmi libera come non l'ho fatto prima: come non l'ho fatto quando la prima volta ho trascorso minuti senza dire una parola, con gli occhi chiusi, la bocca serrata e la mente da un'altra parte.
Perché io voglio essere migliore. Voglio essere migliore come lo sto diventando adesso. Voglio essere di un migliore sentito, di un migliore mio, di un migliore che si genera dal buono che stava spegnendosi prima di arrivare fin qui.
Io sono arrivata fin qui, con tutto quello che potevo fare, con tutto quello che potevo dire, con tutto quello che mi ha fatto stringere i denti ed aprire gli occhi, con tutto quello che ho sopportato ad occhi chiusi e con la mente altrove, pensando solo ad una cosa: a vivere, a vivere con la serenità che sapevo avrei trovato, a vivere per una cosa che stavo cercando e dopo tempo ho trovato. La tranquillità.
Perché sarà migliore - pensavo - ed io sarò migliore, come un bel film che lascia tutti senza parole.


mercoledì 21 marzo 2018

Catarsi

Mi dici che penso spesso a cose brutte. Ed è così.
Non ho mai capito cos'è che mi porta a pensare sempre al più nero di tutte le tonalità di nero, eppure, proprio adesso mi rendo conto che il nero fa parte di me.
Nero è quello che è stato quand'ero bambina, nero è quello che è stato quando ero ''ragazzina''. Nero è quello che sono adesso.
No, non è realistico pensare che io sia nero. Io sono bianco, rosa, blu, arancione, verde, grigio, rosso. Ho una gamma vasta di colori manco facessi il tuo mestiere - l'imbianchino - e non è colpa mia se quando la tela si colora di grigio, io penso già al nero. Non posso farci nulla, è anche questa una parte del mio inconscio. E ho imparato, o sto imparando, a conviverci.
Proprio da questo mio conviverci nasce il mio pensiero. La mia consapevolezza. La mia sicurezza. La non-probabilità, ma l'assolutezza.
A volte ho quasi vergogna di rivelare i miei pensieri, ma quando il bisogno di dirteli si fa vivo sulla mia pelle, cerco modo di addolcirli.
Mi è capitato di pensare a se un giorno tu non ci fossi più. Se un giorno tu morissi.
Ecco, non spaventarti, mi capita di pensare spesso alla mia vita senza le persone più importanti della mia vita. Ho pensato a se mia madre o mio padre morissero, se morisse mio nonno, se morissero i miei fratelli. E più penso e più mi avvicino alle persone, più quelle persone per me diventano aria, acqua, cibo della mia vita. L'essenziale della mia vita. Inconsapevolmente.
Se tu morissi, io morirei con te. Morirei a metà: la mia parte di me morirebbe all'impatto, l'altra parte di me, quella che tu conosci, quella che è legata indissolubilmente a te, rimarrebbe viva, pur senza l'altra metà.
Ma vivere nell'incompiutezza non è vivere, in realtà: è solo una fase di incubazione alla morte.
Se tu un giorno non ci fossi, sembra stupido e scontato, io non avrei di che parlare, di che interessarmi, di che vivere. Non avrei di che pensare se non al fatto che tu non ci sia e la mia vita rimarrebbe statica, ferma, assopita, addormentata, fino a che il disfarsi della mia vita mi poserà su di una nuvola immensa di assenza.
E mente penso e mi distraggo, torni alla mia mente tu. E il nero scompare, la morte scompare, rimane la mia mente nuda, pura; tu per me sei catarsi.

sabato 17 marzo 2018

Rimpianti o rimorsi?

Se avessi avuto la capacità analitica di pensare, ragionare, schematizzare le situazioni; se imparassi a non agire e a non trascinarmi nel mio lugubre rancore; se potessi ritornare indietro di soli dodici ore e se in me vivesse il pensiero:''potrò pentirmi o non potrò pentirmi'', io non sarei come sono adesso. Non farei ciò che ho fatto adesso. Non mi sentirei come mi sento adesso.
Colpevole, stupida, degradata a quello che non sono.
Eppure le cose di cui ti penti smettono di essere un pallino fisso nella tua testa solo dopo che le hai fatte. E quando sbiadisce il rancore ti dici:''ma io cos'è che ho fatto? che casino è questo?''.
Adesso vorrei una sola cosa: chiudere gli occhi e aspettare che il rimorso passi e mi lasci stare.

venerdì 16 marzo 2018

Supplica alla pazzia




E' cagnat tutt' cos ma nun sì cagnat tu 
te puort appriess troppi' cos e dic ca' nun cia' faje chiù

ven e và e l'uocchie tuoije so' semp chill e' primm
sbalordit, mpressiunat, nun o' sapive tiemp primm?
O' sapive o nun o' sapive

t'è guardat sul e bracc
e itt ngap a te:''nun te preoccupà, e' cos cagnene''
e invece n'è cagnat nient fin e' mo'

e si me guard dint o' specchij pens sul aro' stong mo'?
Tu ca' te vist accis nderr o' liett

me puo' dicere qual è o' motiv, pcché n'è fatt nient?
E me dic ngap a me: ''chell a' fa' l'agg fatt ije''
comm faje a sta' quiet sì po' arint tien l'ansia?

Tien l'ansia p'ogni cos
m' scemunisc tutt e' vot.
E tiemp cagnene e sì cagnat pur tu 
ma staser quann chiur l'uocchie, allor, nun ce pensà chiù.

E' cambiata ogni cosa ma non sei cambiata tu
ti porti dietro troppe cose e dici che non ce la fai più
viene e va e i tuoi occhi sono sempre quelli di prima
sbalorditi, impressionati, non lo sapevi prima di adesso?
Sapevi o non sapevi
ti sei riguardata solo le braccia
e hai detto nella tua mente: ''non ti preoccupare, le cose cambiano''
e invece non è cambiato nulla fino adesso
e se mi guardo nello specchio penso solo dove sono adesso?
Tu che ti sei vista uccisa ai piedi del letto
mi puoi dire qual è il motivo, perché non hai fatto nulla?
E dici nella mia testa:''ciò che c'era da fare l'ho fatto io''
come fai a stare tranquilla se poi dentro ti assale l'ansia?
Hai l'ansia per ogni cosa
mi rincretinisci tutte le volte.
I tempi cambiano e sei cambiata anche tu
ma stasera quando chiudi gli occhi, allora, non ci pensare più.



venerdì 9 marzo 2018

Suona nella mia vita, ancora

Sei la parte più bella di me.
E non è una frase fatta, nè un qualcosa detto così, tanto per dirlo.
Sei la parte più bella di me.
In me luccicano i tuoi sogni, i tuoi desideri, i tuoi sentimenti, le tue parole.
In me vive ciò che resta di me solo quando sento le tue braccia stringermi.
In me vivono i tuoi occhi, il modo in cui ridi, la tua luce. E pure se a volte mi sento l'unica persona sulla faccia della terra, tu sei l'unica persona che vorrei sempre accanto a me, anche quando non è il momento.
Perchè tu non hai bisogno di parole per capire, ti basta guardare il mio viso; perchè per curare il mio umore ti basta guardarmi negli occhi e parlarmi piano, non con la voce ma con il cuore. Perchè di mattina il mio primo pensiero è sapere se sei già a lavoro, perchè di sera il mio ultimo pensiero è sapere se sei già tornato a casa.
Perchè in realtà ancora devo cercarla quella parola che mi fa sentire dentro di aver trovato ciò che racconta quello che provo per te: nessuna parola può dirmi qual è quella sensazione dell'avere le tue braccia attorno alla mia schiena e di chiudere gli occhi, beata, fuori dal tempo e dal mondo, fuori da tutto e fuori dai vortici che risucchiano i miei pensieri.
Chiudo gli occhi e mi culla il tuo volermi bene. Chiudo gli occhi e non sono mai sola, vicino a me, accanto a me, dentro me, ci sei sempre tu.