martedì 5 marzo 2019

''Trascorsi giorni interi senza dire una parola''

Immaginate di fare il viaggio attorno alla terra in solo cinque minuti. Un viaggio così veloce che al termine del vostro girovagare non saprete né dove siete stati né cos'è che avete visto.
E' ciò che succede nel mio viaggio nella fantasia: salto da un'epoca ad un'altra, da un personaggio all'altro e nella mia mente restano modelli. Schemi. Non nomi. Non storie. Non trame.
Lo si chiama blocco dello scrittore. Invece io lo chiamerei stato di fermo nel mondo della fantasia.
Vorrei scrivere di tutto e di niente.
La verità è che quando si scrive bisogna scendere a compromessi: non scrivere di te perché non ne avrai mai il coraggio fino in fondo. Non scrivere di ciò che non ti appartiene perché perderai il filo conduttore. Non mettere troppo di te: i tuoi personaggi devono essere un miscuglio di tre elementi (te stesso, ciò che ti piace in chi ti sta attorno e ciò che non ti piace in chi ti sta attorno, ciò che vorresti essere se avessi un altro nome un'altra vita un'altra storia).
Quando si scrive però non si seguono regole. Quando si scrive l'unica regola da seguire è una: liberati e libera i tuoi pensieri. Sii fluido come un fiume, dissetante come un bicchiere d'acqua, limpido come le sorgenti.
Vorrei davvero scrivere col cuore e la penna in mano. Vorrei che tutta questa mia fantasia scoppiasse e mi uscisse dalle orecchie. Ho bisogno di sentire mia la mia unica passione. Ho bisogno di sentirmi mia.
Ho bisogno di sentire la mente scivolare sul foglio e vorrei che la mia mania di censurarmi non bloccasse ogni tentativo di uscire da questo stato di fermo nel magico mondo della mia fantasia.
Vorrei sublimare la mia carica di negatività. Non riesco più a mettere tre parole in fila.