domenica 29 marzo 2020

Coronavirus

A voi amanti dello ingiuriare  
che sparlate senza però parlare:   
zittitevi, dovete ascoltare.   
Mi domando a voce alta voi chi siate  
quale titolo di studio abbiate   
di quali studi e ricerche parliate. 
Quale, l'università della strada che vi ha formati? 
Quale, il titolo d'onore che vi siete comprati? 
Perchè su facebook militate manco foste dei soldati? 
La sapienza antica trapassa alcuni detti 
chiusi nella bocca degli anziani seduti ai caminetti 
e voi li ignoravate, quand'eravate bambinetti. 
Non è un caso che si abbiano due orecchie ed una sola bocca 
parlate tanto da riempire tutta la brocca 
che poi trabocca e sgoccia. 
Che senso ha parlare senza dire niente 
ergersi sul trono e puntare il dito all'incosciente? 
Con la gente che applaude e non capisce niente. 
Mia nonna diceva ''chi si fa i cazzi suoi campa cient'anni''. 
Soli, ingiuriati, criticati, così passerete i vostri anni. 
Vi fingete missionari e francescani 
vendendo odio e rancore 
fate gli inquisitori ma con lo stesso ardore 
di chi trama alle spalle senza far rumore. 
Questo COVID-19 è letale.
Nessuna distinzione e a volte nessun segnale.
Io non mi permetto di parlare.
Domani potrei essere la prossima a contagiare.


Ho sempre odiato la provincia. Sa di angustia. Di piccolezza. Frivolezza, ipocrisia. 
E anche la mia, come ogni provincia che si rispetti, si lancia in interpretazioni complottistiche e considerazioni che neppure i virologi più esperti si azzardano a fare. 
E come odio la provincia così odio facebook, il mondo provinciale più grande che ci sia. Un mondo in cui non importa che dici, basta parlare. Un mondo in cui non importa la portata delle stronzate che scrivi ma solo quanti like ricevi. 
Non ho mai avuto dubbi sul fatto che sia NECESSARIO per ognuno di noi (il povero disgraziato e lo stanco nullatenente, l'agiato signorotto e l'uomo arricchito, il ricco di sangue e il ricco per virtù) dire ciò che si crede, senza alcun timore. Per me la libertà d'espressione è sacra, anche quando a parlare sono gli ignoranti. Ma non accetto che a parlare siano uomini cattivi, violenti, che istigano all'odio e al rancore. Che accusano una compaesana affetta da COVID-19, tornata al Sud dai focolai lombardi, di essere una stupida. Augurandole la morte e non la guarigione, istigandola al suicidio e non alla speranza. Io mi rifiuto di accettare impassibile tutto questo. Io mi rifiuto di credere che tutto questo sia reale.
La compaesana in questione è stata poco attenta, avrebbe dovuto prendere maggiori precauzioni; ma io non vedo utilità nella risposta che la mia gente dà a questa situazione.
Qui la gente muore. È disperata. È rinchiusa in casa o in ospedale. C'è chi non ha fame perché non ha potuto salutare per l'ultima volta un suo caro. E c'è chi ha fame ma non i soldi per la spesa. Questa è una situazione tragica. 
E io non posso credere ai miei occhi. 
Questa è una guerra contro un mostro invisibile... e certa gente pensa a portare avanti la guerra Nord/Sud, contagiati/non contagiati.
L'emergenza nazionale ha mostrato il peggio di noi italiani: l'odio, il rancore, la violenza, la paura, l'incoscienza. 
E questa indignazione non può che portarmi a una domanda: quando tutto questo sarà finito, SU QUALE BASE, CON QUALE CORAGGIO, TORNERETE A CANTARE FRATELLI D'ITALIA?

sabato 7 marzo 2020

Senza titolo

Son passati anni e ne passeranno altri ancora.
In cuor mio so che questo risentimento, questo rancore, questo furore, non mi lasceranno mai.
Li porto sempre con me, che mi scorrano nelle vene o che viaggino nel mio corpo, nascosti e lenti.
Spinte che non posso controllare, che non posso reprimere, che posso solo assecondare.
Assecondandoli so che dò loro potere. Un potere aggiunto, a quello infinito che già detengono.
D'altronde, che potere in più posso dare a un tumore che ha metastasi in ogni parte di me?
Ho creduto di poterlo combattere. Ho creduto di poterlo contrastare.
Gli basta un minuto a possedermi totalmente, interamente.
Lasciandomi cosa? La consapevolezza di non saperlo esprimere. La consapevolezza di dover sballarmi, ubriacarmi, uccidermi, distruggermi, per liberarmi di lui.