venerdì 15 luglio 2016

Sei più monotono di Terenzio

Le vostre non sono finzioni. Voi, semplicemente simulate (che è ancora peggio). Come se foste attori, vi calate così tanto nelle vostre parti che sembrate reali. Ed io? Io una parte ce l’ho ed il copione non l’ho studiato. Mi hanno cacciato dalle vostre inutili scuole in cui imparate ad essere uguali, senza passioni, senza colori, senza vita.
Eccellete nello stesso modo in cui eccelle la vostra capacità di comprare non con l’astuzia, non con la furbizia ma con l’infamia.
Tutto quello che avete ce l’avete perché nella vostra tetra esistenza ogni cosa è stata già premeditata da voi stessi: non staccate mai la spina alla simulazione perché l’arte di simulare e di scrivere intere tragedie ce l’avete nel sangue.
Così come siete voi, così sono i vostri genitori, i vostri nonni, le vostre generazioni. Così come siete voi, così saranno i vostri figli.
E il rimedio qual è? Il rimedio non c’è.
Le vostre maschere le incollate bene ma io sono più furba di voi. I vostri occhi non sono veri, i vostri sorrisi sono ritoccati.
E a me basta un singolo movimento per riconoscervi e lasciarvi perdere.
Il teatro m’è sempre piaciuto, ma questa volta dico no alle vostre messe in scena che sanno di vivida verità.
Sapete incastrare i vari atti per metter su un bello spettacolo, ma io non vi credo.
Il palcoscenico è allestito bene, peccato per te che abbia la capacità di riconoscere il vetro dalla carta pesta. I diamanti dai sassi.

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