venerdì 15 luglio 2016

Eccoti il dessert

Non ce la faccio più.
Voglio il cielo blu.
Voglio poter sedere
stanotte
sul cumulo di tutti i pezzi di me che strapperei
fino a staccarli dagli incavi ossei.
Vorrei poter sentire il mondo piangermi addosso.
Delle dita, delle labbra, un cuore.
Voglio poter sentire
per sempre
l'odore della pioggia
che si posa come sale su bistecca
sulle ringhiere dei balconi e fa rumore
e gocciola fino a cedere e a cadere sui capi di quelli che si rifugiano
sotto i porticati.
Due piedi, due bulbi oculari, ovaie.
Voglio poter sentire le mie carni bagnate
e voglio ammalarmi di questo turbine tempestoso di pensieri
poesie, canzoni
fino a fondermi lentamente con tutto ciò che non è me
come il cioccolato messo a sciogliere sul fuoco, col latte, a bagnomaria.
Non c'è bisogno di tatto
né di labbra per baciare
né degli occhi per squadrare
né di piedi per correre lontano.
Non ho bisogno di ovaie per esser donna
né di un cuore per vedere oltre.
Io c'ho un cervello come Dexter
un naso per filtrare, selezionare, interagire
a suon di preferenze.
Toccarsi, lambirsi, afferrarsi con lo sguardo
sono mimesi di un porno che non hai ancora scaricato.
Non ce la faccio più.
A nascondino non c'hai mai saputo giocare.
Rimbomba nella mia mente un messaggio che non oso decifrare
accartoccio e riduco in mille pezzettini ciò che cercano di farmi sapere
ebbene, non ero forse io quella che doveva badare al proprio istinto?



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