mercoledì 9 novembre 2016

Sometimes it feels like the world's on my shoulders

L'insoddisfazione è una bestia che t'azzanna e ti possiede. Ti possiede senza il tuo consenso, senza alcuna provocazione. Non ci si accorge nemmeno del suo inganno.
È psicosi, la definirei un tic nevrotico che decapita le mie speranze e le mie aspettative e mi rende incoerente, pragmatica e dinamica nei comportamenti. Sostanzialmente puntigliosa e ipocrita nel mio modo d'essere e perennemente scocciata per parlare, spiegare, autocommiserarmi. 
Insoddisfazione. Che brutta parola. Che tormento. Che rabbia. E che cazzo.

4 commenti:

  1. "But now it don't feels like the world's on my shoulders".
    Essere insoddisfatti ci cambia,è vero; ma l'insoddisfazione,magari legata alla voglia di essere migliori e di portarci davvero il mondo sulle spalle, è nobile.
    Sarai sempre tu a decapitare le tue speranze, se non capisci questo! Ho visto gente crollare proprio perché si sentivano insoddisfatti e tormentati per qualsiasi loro azione, ma tu scrivi,e sembra che quindi tu abbia voglia di metterti in gioco, e di questo non penso tu ne sia insoddisfatta! (O almeno non dovresti esserlo..)

    Bel testo,ciao! :)

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    1. ''I act like shit, don't phase me. Inside it drives me crazy. My insecurities could eat me alive'', ti rispondo così, chiunque tu sia - intuibile, credo -.
      Ti faccio una domanda, quanto ti rende soddisfatto scrivere? Scrivere cancella tutte le cose che ti rendono ''vuoto'' o te le ricorda come se fosse una scritta su un post-it sul frigo?

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  2. "But then I see my baby, suddenly I'm not crazy
    It all makes sense when I look into her eyes". Io ribatto così.

    Scrivere non mi soddisfa mai, molto spesso infatti mi provoca solo nausea. È come provare la giostra più bella del mondo: quando scendi vuoi rifarla,anche se stai per vomitare e hai le vertigini a causa della paura.

    Scrivere non cancella nulla. Mai.
    Scrivere ti permette solo di avere una parvenza di controllo su tutte quelle cose che ti svuotano. Quando hai una penna tra le mani provi l'illusioria senzazione di potere. Puoi dominare tutto intorno e dentro di te. Potresti dominare la realtà,se solo volessi. Ma è tutto illusorio, perchè nella realtà, quella vera, quella che ti stritola, il massimo che puoi fare è stringere il pugno e poggiar la testa su una superficie abbastanza fredda,cercando magari di singhiozzare, mentre tutt'intorno accadono cose di cui cerchi di non curarti. Scrivere è come quel sogno di volare. Viaggiamo con la testa mentre tutto lo schifo che c'è attorno ci svuota l'anima. E più schifo c'è, più noi scriviamo. E più l'anima si svuota, più leggeri diventiamo, e più velocemente cerchiamo di volare, percorrendo distanze che son sempre più infinite. Io scrivo per questo. Sono stanco dei post-it,e perfino del frigo che hai citato.

    Non smettere mai di volare, Giovanna. Tramite il volo puoi ancora imparare come si atterra qui nel mondo vero.

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    1. Ti ringrazio per il commento.
      E ti ringrazio anche per le belle parole, per il tempo che mi hai dedicato, per questo silenzioso supporto.
      Purtroppo, la realtà è un qualcosa che non smette mai di stupirci e farci male. Non smetti mai di chiederti perché e non smetti mai di prendertela con te stesso o con chiunque altro (c'è poca differenza).
      Tutto questo finisce solo quando muori. Anche nell'apatia stessa c'è turbamento: il desiderio stesso di non essere apatici.
      Spero tu stia bene, buona serata :)

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