lunedì 5 settembre 2016

Tempesta

Il mare fa paura.
Può portarti a riva e può portarti al largo.
Può portati a galla e può tirarti giù.
Se ne frega, fa di testa sua.
Se magari piove e tira vento, batte sugli scogli e sui terrazzi che si affacciano solo per poter godere della sua vista. Bagna i pavimenti e sei costretto a indietreggiare, stacchi le mani dalla ringhiera per paura di bagnarti i piedi.
E' audace, intrepido. O più semplicemente, non sa quello che fa.
E' così bello quando d'estate è baciato dal sole che va a riposarsi, è così triste quando in questi giorni di settembre il sole non c'è e si muove con noia, con monotonia. Come se mancasse qualcosa.
Si susseguono quattro stagioni ed il mare è capace di adeguarsi ad ognuna di esse. Sembra che si adegui anche al nostro modo d'essere, come se fosse una persona. Come se fosse un papà che guarda i tuoi occhi e capisce cosa succede.
Quando piove e resta immobile, se ne frega della pioggia. Continua a ballare per conto suo, non resteresti a galla se ballassi con lui.
Morirebbe per essere se stesso, morirebbe per provare ciò che sa provare.

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