mercoledì 30 maggio 2018

a house is not a home

io non sono più a casa.
la mia casa è volata via pezzo a pezzo
credevo non sarei arrivata a dire questo
a dire che non mi sento a casa a casa mia.
eppure solo questo voglio dire
io non sono più a casa
non c'è più niente qui
neppure la voglia di tentare
solo la voglia di andare via.

martedì 15 maggio 2018

Libero fluire

La sera i nervi si annodano e mi fanno sbraitare
pungo con i miei artigli ciò che urta distrattamente il mio umore.
Poi, guardi i miei occhi
e sembra stupido e scontato ma si sciolgono i miei nodi
vivo l'eterno e in eterno starei appoggiata al tuo viso
a non sentire più il peso delle parole premere sulla mia gola
a non sentire più il peso di quello che penso sulle mie spalle.
Fluido, scorre il sangue nelle vene
strano come tu abbia il potere di far cambiare me
di liberarmi dalla forma che odio di me.
Sembra stupido e scontato
ma se mi sentissi adesso diresti
che non è stupido e scontato
è solo bellissimo.

venerdì 4 maggio 2018

Lungo la strada

''Sai, da quando ho chiesto al tempo di essere meno lento, adesso chiedo a me di stare al passo ma non ci riesco.''

Sì. Io ho perso tempo.
Ho perso tempo prezioso ed ho preferito prepararmi a lavorare piuttosto che iniziare a lavorare. Ho perso tempo e ne sto perdendo tanto anche adesso, adesso che perdo tempo a dirmi di aver perso tempo.
Il tempo. E' volato. Sono passati mesi, fino ad arrivare a maggio ed io non me ne sono neppure accorta. Ho perso del tempo per fare dell'altro, eppure non significa che il tempo perso sia stato del tempo sprecato.
Quest'anno scolastico, il mio ultimo anno, il quinto, quello della maturità, è trascorso in momenti di studio e momenti di svago; momenti di noia e momenti di autodeterminazione; momenti che ricorderò come se fossero i miei primi momenti e momenti di sconforto, dubbiosi pensieri. Ho rivalutato me stessa, non sempre nel modo giusto, perché nonostante Io sia Io e nonostante io sia l'unica a sapere cosa davvero voglio, non so mai da che parte stare. Forse perché non mi sento in grado, non mi sento all'altezza, non so mai cosa vada bene per me finché non succede, finché non accade.
Il tema della mia tesina è: l'Impossibilità di certezze assolute.
E questo è il pensiero che ho maturato in questi mesi ed è questo il pensiero che mi porta, adesso, a cercare di prendere certe cose con una leggerezza che non ho mai posseduto. Non ho certezza di fallire, non ho certezza di avere successo, ho la certezza di voler tentare e in qualunque modo vada, io so di aver tentato.

''Da sempre io punto all'eccellenza e se devo avere poco, scelgo di avere niente''.

Sì. Preferirei avere niente.
Ne ho tantissimi di difetti e ne ho tantissime di strane convinzioni, eppure nella mia vita è stato sempre così: o tutto o niente. Niente mezze misure, le cose a metà non mi piacciono e non mi piaceranno mai.
Quest'anno scolastico è stato un anno ''travagliato''. All'inizio non mi è stato per niente semplice conciliare lo studio con le responsabilità che ho a casa quando i miei genitori sono a lavoro.
La verità è che non ho mai studiato così poco.
E oggi la professoressa di italiano, in preda a una giusta ramanzina, ci ha chiesto di vedere cosa c'è nel nostro sacco. 
Un esame di coscienza trasparente, senza specchi e senza inganni, io e il mio raccolto.
Le letteratura italiana del quinto anno per me è un mistero. Mettendo da parte stralci di pensiero di diversi autori, che appunto sempre durante le spiegazioni in classe, io ne so poco e niente. In realtà mi dispiace un po' perché la letteratura italiana è sempre stata la mia passione, tanto da pensare di iscrivermi a lettere dopo il liceo. Da qui, un'altra incertezza del mio avvenire: io voglio insegnare. Insegnare sarà il mio mestiere perché nella mia vita la parte più bella di me è stata affinata dall'istituzione scolastica. La mia professoressa d'italiano delle scuole medie e la mia professoressa di italiano dal secondo al quarto anno di superiori ed il mio idolo, il professore di storia e filosofia del quarto e quinto anno, sono stati punti fondamentali della mia formazione scolastica e non.
Sono loro i miei punti di riferimento ed anche io vorrei avere la possibilità di essere per altri un punto di riferimento così importante.
Io credo nell'istituzione scolastica nonostante ne odi le gerarchie, il lungo tempo in cui arrangiarsi per poter infine avere una cattedra e questo nuovo modello di scuola che dà troppa importanza a cose inutili: l'alternanza, prima fra questi, tremila progetti per avere un credito neppure sufficiente, visite al teatro ed uscite didattiche che poche volte servono a qualcosa.
Credo nell'istituzione scolastica e da alunna vorrei diventare insegnante. Ne sono capace? Ne sono all'altezza? Non lo so. Ma so che questa è la mia inclinazione.
La mia inclinazione però deve riversarsi in una scelta, che agli occhi degli altri può apparire semplice perché - giuro che così mi è stato detto - le due facoltà a cui sono orientata sono ''uguali''. Spiegatemi adesso se lettere classiche o moderne e storia sono la stessa facoltà. Perché a parte degli esami comuni, sono due indirizzi che camminano paralleli: l'uno ha bisogno dell'altro, ma sono comunque paralleli.
Nelle materie scientifiche ho sempre fatto pena e in realtà non so quanto me la caverò agli orali. Scienze è esterno e fisica e matematica sono in commissione interna: ho lavorato molto per l'interrogazione finale di scienze e devo dire che mi sono presa delle belle soddisfazioni. Okay che il voto non fa la persona, ma ricordo un compito di chimica svolto al secondo anno (in cui presi 3 -) e mi viene in mente l'interrogazione di giovedì scorso (8 brillava sul registro, mancava poco che piangessi).
Storia e filosofia sono i miei cavalli di battaglia, soprattutto storia. Amo la storia e il mio studio non finisce mai: anche quando smetto di studiare, RaiStoria è quello che mi serve per rilassarmi, e ci riesce benissimo.
Storia dell'arte l'ho sempre odiata e sono felice che non sia materia d'esame. Soprattutto se ricapitolo il programma di quinta: il Romanticismo (che d'accordo, è di una bellezza infinita. Il romanticismo francese è di quanto più bello si possa ammirare) e le varie avanguardie storiche, di cui mi è piaciuto solo l'Espressionismo dei Fauves (consiglio Armonia in rosso di Matisse).
Da quando il nostro caro professore di latino e greco ci ha insegnato a leggere con attenzione prima che gettarsi a capofitto sui dizionari, alla ricerca di stralci di versione, ho imparato a tradurre molto meglio. Il latino mi piace tanto, la letteratura latina inoltre è tanto ma tanto più interessante della letteratura greca: non so perché, ma dagli albori della letteratura greca e latina, che si incomincia al terzo anno, ho sempre visto il mondo romano più pragmatico rispetto il mondo greco, anche se è la Grecia la culla della nostra cultura.
Ho studiato, in fin dei conti, non come l'anno scorso, ma sicuramente in modo fruttuoso, per fortuna.
Non vedo semplicemente l'ora di diplomarmi: voglio lavorare, avere qualcosa di tasca mia e finalmente scaricare questo stress pre-esame e questo stress che annuncia l'imminente fine del mio percorso da liceale.
Sono passati cinque anni e sono maturata tanto, ho ancora tanto da imparare ma non ho fretta: il cammino dell'uomo trova fine solo alla morte ed ho deciso di godermi ogni istante del mio viaggio.
Godrò delle opportunità, delle occasioni, non mi abbatterò se non andrà come previsto, non annegherò di nuovo in mille dubbi che mi distraggono dall'obiettivo finale: fare ciò che mi piace, essere chi sono, dire ciò che penso, diventare chi voglio diventare.
Ho il mio obiettivo di fronte a me e non lascerò che né io né nessun altro me lo annebbi. 
Questa è la mia vita e la protagonista sono io.