giovedì 24 dicembre 2015

La malattia

Non credo sia tranquillità.
Quindi, chiariamolo: il mare è abbastanza calmo, sta al posto suo. E' la marea che ha lasciato il segno. Allegoricamente, se volessi tuffarmi da uno scoglio o se volessi semplicemente sedermi a riva, non so se ci toccherei.
E' come se, dopo la bufera, io non conoscessi più me stessa. Posso immergermi quanto voglio, ma non riconosco più il mio fondo marino. Non so dove ci sono i sassi, dove la sabbia, dove devo stare attenta agli squali.
Quindi che faccio? Non mi muovo. Non sto neanche a riva.
Sto sui gradini del pendio che porta alla spiaggia e non ho alcuna intenzione di spostarmi.
Mi passano accanto tante opportunità, tante occasioni per potermi muovere ed io ho scelto di restare ferma. Zitta, dando l'impressione di non esistere, di non essere combattuta dal buttarmi in mare ed affogarmici e dal buttarmi dal pendio per il sol gusto di sentire qualcosa.
Parecchie persone fanno finta di non vedermi, qualcuno si ferma e mi chiede perché non mi muovo, altri mi chiedono solo di spostarmi e di togliermi dalle palle.
Sto qua con gli auricolari nelle orecchie, a giocare a candy crush, con la sigaretta accesa. Sto qua così come sto a scuola, per strada, a casa.
Porto con me i miei dubbi ovunque vada. E sono così ostinata nel voler trovare la soluzione da sola che non chiedo nemmeno le vite su candy crush ai miei amici. Capite?
Non che mi interessi più di tanto, ad essere sincera. La decisione è presa.
Questa volta decido io come fare, come uscirne. Senza l'aiuto di nessuno. Testarda? Ostinata? Troppo introversa? Sì, ma problemi miei.
Sta a me decidere se spogliarmi e fare il bagno anche se fa freddo o se stare ferma, incappucciata così tanto da non sembrare me.
Questa volta nessuna battuta, nessuno scherzo, nessuna risata.
Questa volta non contate sulla mia simpatia. Questa volta non chiedetemi che succede, perché non succede proprio niente. E non chiedetemi nemmeno cosa potete fare per me, perché l'unica cosa che gradirei facciate è sparire e lasciarmi sola. E non chiedetemi di nuovo se davvero non mi serve niente, perché non mi serve davvero un cazzo.
Risparmiatevi i consigli, le dimostrazioni di affetto, risparmiatevi qualsiasi cosa. Non voglio farci caso.
Ho deciso e davanti a me c'è solo questo, niente altro.

domenica 20 dicembre 2015

Risparmiami gli psicodrammi

''Risparmiami gli psicodrammi su quanto sei evoluto come uomo, capito "Darwin"? Se niente è eterno come dici tu, quando ne parli, i mai e i sempre non dovresti proprio usarli. In ogni caso, tu vai avanti ed io sono fiero di me e certe cose tu prova solo a ripeterle. Le tue promesse camuffate da minacce se sei un amico vero, ora vieni a dirmele in faccia''.

Non mi hai mai lasciato la mano.
E giuro che, pur se sudata, la mia mano era calda
e non ho mai avuto paura del calore che mi hai dato.
La tua stretta era salda
mi tenevi per non perdere te stessa
ed io ti tenevo perché non volevo ti perdessi
e adesso che piano piano il sudore per così tanto calore ti fa scivolare lontano da me
sono io che muoio di freddo
e sento di star perdendo ogni parte di me.
C'è la mano di chi ti ama a non lasciarti mai
e nonostante tu mi voglia bene
devi ammetterlo
il bisogno della mia stretta, che dicevi fosse così importante, non ce l'hai.
E quindi non voltarti indietro.
Non voltarti se mi vedi accovacciata su me stessa con le mani infreddolite per la bufera
e non guardarmi
e non camminare indietro, verso di me
solo perché ti senti in debito per tutte le volte che ti ho messo il cappotto e ti ho accarezzato il viso
con le mani che sanno del mio calore.

Porta con te stessa tutte le volte che per lasciarmi la mano
hai preferito dire una bugia
e portati sulle spalle tutte le volte in cui ti si leggeva negli occhi
l'assenza di necessità nelle tue parole.
Che tu possa camminare, mano nella mano con chi ti ama
su due trampoli di impotenza e insofferenza.
Che tu possa ricordarti di quanto male fai
e di quanto male facciano tutte le cose che mi fai
e che non pensavo fossi capace di fare.



martedì 15 dicembre 2015

Martoriarsi

Fuggivo via da te.
Correvo impaurita
imboccando strade che non sapevo avrei mai percorso
conoscendo gente che non pensavo avrei mai incontrato.
Ho sempre corso
anche quando mancava il fiato
anche coi lacci sciolti
anche coi polpacci che piangevano per lo sforzo
ma non mi sono fermata mai.
Rallentavo solo quando mi accorgevo che non c'era nessuno
a rincorrermi e a pressarmi con le mie stesse paure.
Sono stata ferma sul ciglio di una strada vuota
dove riecheggiavano solo i miei lamenti
e subito
quasi per magia
hai saputo trovarmi
mi sei passato davanti quasi non riconoscendomi
e mi hai chiesto ma perché corri 
perché scappi via da te stessa
ma non vedi che la strada è sempre la stessa?

domenica 6 dicembre 2015

Genuina insicurezza

Sei consapevole del potere che hai su di me.
E non fai che esercitare il tuo dominio sulla mia mente
che è stanca
affaticata
quasi sul punto di non prendersi in considerazione.
Giochi coi miei pensieri
e li provochi come nessuno ha fatto mai.
E poi mi guardi
e non sorridi
né sei arrabbiato o stanco di guardarmi.
E balli coi miei dubbi e le mie prospettive
anche se non sai ballare, anche se
diciamocelo
è l'ultima cosa nella quale sei capace.
Mi spogli delle mie sicurezze
e sfidi la mia ingenuità sapendo di vincere.