venerdì 30 ottobre 2015

Immobilità

''L'amore non esiste, è solo una sopportazione estrema. 
Un susseguirsi di sguardi col nodo alla gola a cena.''






Osservo il mondo che gira
attorno alle tue gioie
e muoio
sul ciglio della strada 
come se fossi una sigaretta
bruciata dalla tristezza
che si accumula 
come immondizia all'angolo del bidone
e marcisce 
rendendomi impossibile anche solo respirare
anche solo camminare 
senza rischiare di inciampare. 

lunedì 19 ottobre 2015

Tre categorie di persone, in due delle quali riponiamo tutta 'sta gente di merda

Cinque persone su dieci agiscono per prevalere in ogni qual modo su qualcuno che reputano nettamente inferiore, umiliandolo e facendone merda sotto i piedi solo per avvantaggiare se stesse. Questa categoria di persone è cattiva, doppiogiochista, finta, manipolatrice e bramosa di ogni cosa (che, tra parentesi, ottiene sempre e comunque servendosi di ogni mezzo esistente sulla terra).
Cinque persone su dieci sono succubi delle persone appartenenti alla categoria sopracitata: si accontentano di una persona meschina e leccaculo solo per avere la compagnia (affettiva o sentimentale) di qualcuno. Si accontentano della merda pur di non sentirsi soli. Non hanno alcuna valenza nella società o in alcuna cerchia di persone perché non hanno il coraggio di imporsi, perché abituate ad essere schiacciate come scarafaggi dalla falsità delle persone cattive che sanno benissimo di poterle controllare a loro piacimento.
Zero persone su dieci, pur dai sentimenti nobili, dall'acuta intelligenza e dalla vivida sensibilità, hanno il coraggio di dire la propria. Questa categoria, praticamente estinta nella società odierna, professa una profonda sincerità e una profonda schiettezza tale da urtare intensamente chi vuol dominare su ogni cosa e, proprio per questo motivo, è spesso la categoria di persone più disprezzata e non desiderata nell'ambiente di comune discussione (dato che, aperta e chiusa parentesi, chi troppo parla troppo è disonorato).

sabato 17 ottobre 2015

Ammalarsi in una giornata di sole



Si posò sul mio petto
come una foglia
che in autunno
cade sul terreno freddo
e riposa fino a che il vento non la sposta altrove.
Mi accarezzò
come se fossi un bimbo
mi cullò
nell'oblio del mio essere sofferente
mentre il vento correva
senza raggiungere mai
la foglia spostata
che si alzava più in alto
per paura di farsi amare.
Si incastrò nelle viscere della mia mente
incontrollata, incondizionata, incontenibile
come se fosse cotone nell'ago
che si ostina a ricucire ogni parte
di ciò che più non è
di ciò che più non esiste.
La sua assenza si posò
come neve
che in pieno inverno
cade tra i capelli di chi freddo non ha
e si scioglie, bagna, stordisce e fa ammalare
l'anima. 

mercoledì 14 ottobre 2015

L'amour est une malheur



Alla fine non si tratta nemmeno di non voler bene ad un'altra persona.
Si tratta, specifichiamolo, di aver imparato la lezione e di decidere di non impazzire più per nessun altro.
Sarà un bisogno umano, momentaneo e forse anche essenziale per il periodo che sto passando ma spesso ho la vaga impressione di non poter dimenticare ciò che è successo tra me e lui.
In questi ultimi giorni ci penso più del dovuto e segno ogni dettaglio, ogni frammento di ricordo troppo lontano dal mio ''presente'', chiamiamolo così.
E' come se sotto sotto non avessi il coraggio di scordare. E' come se la mia mente non volesse dimenticare. Ed è possibile restare sempre fermi a pensare alla stessa (e inutile) persona? E' possibile dimenticarsi di vivere e rinchiudersi in una palla di vetro?
Che poi, non penso di essermi chiusa in una palla di vetro: io sono incastrata in un vicolo senza lampioni e senza via d'uscita e alla mia destra c'è un edificio vecchio e alla mia sinistra uno nuovo. Sono entrambi ricoperti da un telo nero e io non riesco a capire quale tra i due è l'edificio che fa per me. E' meglio gettarsi nel lato delle cose vecchie e delle certezze in cartapesta o buttarsi nel lato delle cose nuove, delle cose da scoprire?
Il bello è che so di avere ancora tante cose da fare. Andiamo, con quanti altri ragazzi devo ancora uscire? Milioni. Quante altre cose devo ancora fare? Miliardi.
Quindi, la domanda è: devo o non devo abbattere definitivamente quel cazzo di edificio vecchio, decadente e leggermente impolverato? Devo o non devo dimenticarmi del calore di quell'edificio, della sicurezza di quell'edificio e la serenità che quello ''emanava''? Quella era casa mia. Come posso dimenticarmene? Ho dato una parte di me a quell'edificio e pensare che quella parte di me cada insieme a lui mi fa male da morire. E se si potesse, se solo ci fosse un'unica e sola possibilità io la giocherei. Farei di tutto pur di tornare a casa mia, investirei milioni e milioni per far sì che quell'edificio vecchio diventi nuovo.
E se ci fosse nessun prezzo? E se quell'edificio è semplicemente destinato a crollare? E se, insistendo, l'edificio crollasse e mi farei di nuovo, per l'ennesima volta, male? Sarei disposta a mettere il mio benessere psicologico al secondo posto per un edificio che forse non mi aprirà nemmeno la porta? E' una cosa strana.
E' desiderare di fare cose diverse, con persone diverse, pensando cose diverse e pentirsi anche solo di averlo pensato. E' negarsi ogni tipo di stravaganza per una cosa che è stata ma che è oramai passata.
A volte mi chiedo: perché ci stai ancora appresso? Cosa ha fatto questa persona di tanto importante per te? Come hai fatto a legarti a lui così tanto da non potertene più staccare? E' finita, basta. Accettalo, rassegnati e vai avanti.
Così come l'hai conosciuto così te ne scorderai, così come l'hai amato così lo odierai. Ma è davvero così semplice odiare una persona? E' davvero una cosa semplice odiare una persona che vi ha fatto sentire così belli, così al sicuro, così protetti da ogni cosa cattiva che potesse succedere? E' possibile odiare il sapore del bacio di chi ti ha baciato mentre piangevi, di chi ti ha rassicurato mentre soffrivi, di chi ti ha abbracciato mentre non sapevi come fare o come spiegare? Come si fa a dimenticarsi di cose così belle e così importanti?
Non me ne scorderò mai.
Non mi scorderò mai del suo corpo sul mio, dei suoi capelli sulla mia spalla, del modo in cui parlava, in cui rideva, in cui mi fissava.
Quando ami una persona con ogni riserva, giocando con ogni tuo punto di forza e condividendo ogni difetto e pregio con lei non ti aspetti che tutto possa finire. Non è una favola, lo sai. Ma conosci quant'è sincero il suo amore. Conosci quanto c'è dietro un bacio, dietro una carezza. Quando stai con una persona e la ami così tanto e ti senti amato in un modo quasi ''spontaneo'' sei sicuro che è quell'amore di cui non ti scorderai mai.
Ma che differenza c'è tra ricordare l'amore o la persona che si ha amato? E' possibile ricordare di aver amato e di esser stati amati senza personificare l'amore in quella persona?
Nella mia mente l'amore è alto, ha i ricci biondi e le labbra carnosissime.
Nella mia mente è impossibile pensare all'amore senza pensare alla persona che più ho amato in tutta la mia vita.
Il vicolo è buio, è un vicolo cieco e a sinistra c'è l'insegna ''fare tutto'' e a destra l'insegna ''fare niente''. Sono combattuta tra il desiderio di fare e buttarmi nella mischia e la paura di non uscirne viva o addirittura di uscirne a pezzi.
E' come se sentissi il bisogno di abbattere l'edificio vecchio e cercarmi casa in quello nuovo. E spesso mi dimentico che per abbattere un ricordo, per abbattere una persona, ci vuole tempo. O forse, più che tempo ci vogliono le palle.
Ah, che cosa strana che è l'amore. Che cosa ridicola.
A che serve innamorarsi e farsi in quattro pezzi per una persona che alla fine del giro scende dalla giostra senza salutarti? A che serve innamorarsi di una persona che manipola la tua giostra e quando si è scocciato di usarla la blocca facendoti rimanere là sopra, in alto, con la paura di cadere e con la paura di scendere, in qualche modo?
Che confusione.
Le due parti di me giocano a carte coi miei pensieri e le mie emozioni ballano la tarantella mischiandosi e rimbombando nella mia piccola e bacata testolina di merda.


sabato 10 ottobre 2015

La tua voce nell'anima

Parlo di te come se non fossi mai esistito.
Senza rabbia, senza rancore, senza interesse.
Parlo di te come se fossi una cosa dimenticata.
Non mi attorciglio, non balbetto ma dentro tremo.
Tremo, brucio, muoio.