martedì 24 novembre 2015

Niente più da ricordare

Ho ancora la tua felpa nel cassetto.
Quella nera.
Quella nera con la chiusura lampo e le maniche grige, quella che praticamente ti trascinavi sulla spiaggia ad aprile perché ''faceva caldo''. Quella che poi presi, piegai e misi nella borsa. Quella che mi dicesti di portare con me, così da pensare che nonostante stessi lontano avrei avuto perennemente il tuo fiato sul collo, il tuo odore addosso.
Quella felpa non è mai stata spostata dal cassetto in cui sta.
Quella felpa non è mai stata né toccata né tanto meno più indossata da me.
E se cinque mesi fa adoravo metterla appena uscita dalla doccia, illudendomi di poter abbracciare una parte di te, adesso non riesco nemmeno a vederla nell'ultimo cassetto dell'armadio.
Sta lì, da sola, senza che nessuno la tocchi, senza che nessuna cosa sia in contatto con lei.
Non mi emoziona più vederla lì sola ma non riesco a ricoprirla di altri miei vestiti: perché il tuo odore non dovrà esser mai più sentito, perché i miei vestiti non dovranno mai più sapere di te, perché niente deve ricordarmi te.
Ciò che è mio, rimane mio. Ciò che è tuo deve essere cancellato, bruciato, gettato nel bidone delle cartacce nella mia stanza.
Quella felpa mi terrorizza e non riesco ad aprire quell'inutile cassetto perché ho paura del tuo odore invasivo, che temo si disperdi per tutta la stanza, per tutto il mio corpo, come fanno i dolci di mamma mentre cuociono nel forno durante i giorni festivi.

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