martedì 6 dicembre 2016

Non ce la faccio più, voglio il cielo blu

Se ci fate caso è una di quelle cose che nessuno chiama mai col loro vero nome.
''Era una brutta malattia'', ''era una  cosa molto brutta'', ''era quella cosa là''.
E' come se le persone, nominandolo senza alcun remore, lo sentissero d'un tratto più vicino, a due passi dal viso, a due passi dalla lingua che ha osato pronunciare.
Devasta piccoli, ragazzi, adulti e anziani. Senza distinzione e ad occhi bendati. Come quando si gioca allo schiaffo del soldato: noi tutti con le spalle al muro e lui batte un colpo sulle spalle di chi gli è più simpatico.
Mi fermo a pensarci spesso, specialmente nell'ultimo periodo.
Si è quasi terrorizzati dal suo nome. Quando su internet spiegano cos'è non ci sembra quasi mai una cosa tanto grande. E' quel nome che incute terrore, fa venire la tachicardia, ti fa sbarrare gli occhi dalla paura.
E' quel nome che dissesta l'ordinarietà, è tutto ciò che c'è dietro quel nome che ci sembra una galassia di mali, una sorta di via lattea completamente nera e buia, in cui a fluttuare c'è solo il nero della morte. Quando penso a lui, penso ad una sorta di buco nero che si dilata e risucchia l'essere di chi deve liberarsene per sopravvivere.
Ma cosa sei? E perché fai morire le persone?

2 commenti:

  1. Chi non ha paura di morire muore una volta sola.
    La paura e umana ma sappiamo resistere a denti stretti
    Buon martedì
    Maurizio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' davvero così?
      A volte mi sembra proprio che i denti stretti sono l'unica cosa che non abbiamo.
      Buon martedì anche a te! :)

      Elimina