sabato 31 dicembre 2016

Ma le sento un po' mie, le paure che hai


Sei la parte di me più simile al peggio di me.
Sei l'ologramma del mio essere futuro, sei il disegno della rassegnazione e della disillusione che sento già mie, per quanto siano lontane, che sento già nostre, per quanto io sia incapace di arrendermene.
Sei la risposta alla domanda ''perché mi odio, perché mi faccio odiare'', hai gli occhi di ciò che odio vedere nello specchio quando mi alzo nel bel mezzo della notte, sei quello che mi lascia senza nulla da dire. Perché tutto ciò che pensi è un'equazione matematica complicatissima uguale solo per incognite alla mia. Ed io non so mai da dove iniziare, non so mai dove è necessario che si tappezzi prima.
Siamo così identici e per paura di ammettere la complicanza nell'essere uguali ci rintaniamo in ciò che più ci sembra sicuro quando niente è al suo posto:''siamo diversi, abbiamo aspirazioni diverse, siamo troppo distanti''.
E' una scusa, una cantilena ripetuta mille e mille volte. Una scusa.
Una maschera per giustificare il mio odiare te, riflesso nei miei atteggiamenti e nelle mie agonie e per giustificare il tuo odiare me, quando ti ripeto senza freno ''E allora lasciamoci, lasciami, lasciami adesso!''.



''Tu sei la luce nella notte
la chiave delle porte
il sangue sulle nocche nelle giornate storte.
Tu sei la mia sorte
la vena sopra al collo quando mi scopro forte,
le volte che non mollo. 
Tu sei la mia anima, le ali del decollo
la carica, la stamina, sul palco o sul foglio.
Tu sei questo sogno, la mia speranza unica
tu sei ciò che voglio. Tu sei la mia musica.''

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