sabato 26 marzo 2016

Cuore in tre parti

Certi giorni alla domanda ''come stai'' rispondo con pezzi interi di canzoni, che ho l'accuratezza di mettere fra virgolette. E chi ha i miei stessi gusti musicali non sa se piangere per me, se dirmi che quella canzone è un capolavoro, se rispondermi ''eh minchia, io mi aspettavo uno dei tuoi papiri depressi, grazie per avermi salvato in un momento di agonia''.
Ascolto così tanta musica che ci sono fin troppe canzoni che mi fanno il cuore in tre parti. E certe volte le parole sono così poche che ho la morbosa necessità di dire ciò che sento attraverso due auricolari o un audio mandato su whatsapp.
E quindi, come sto oggi?


''
Tu non sai cosa vuol dire nascere pieni di vuoto già vedendo la tua fine con lo sguardo nell'ignoto. Poi morire per rivivere come in un videogioco per sentire la vertigine per quanto duri poco. E scrivere che vuol dire svenire tra le tue braccia mentre scopo con un'altra e penso ancora alla tua faccia.
Ridico le ragioni per le quali mi rintraccia, per i nostri anni migliori e i regali che mi rinfaccia. 
È incredibile, sai che vuol dire cambiare posto per convivere col mostro solo a suon di rime e inchiostro? Poi convincere se stessi che anche oggi è tutto apposto, sopravvivere agli eccessi per pagarne il frutto e il costo?
È un altro compleanno del cazzo e cristo dio quanto rimpiango di non esser nato a marzo, coi fiori che ora sbocciano e s'intonano col quarzo invece del freddo riflesso dentro i miei occhi di ghiaccio.
E al mio fianco, dormire in posti piccoli e abbracciarsi, per convincere i tuoi sogni e i miei incubi a mischiarsi e baciarsi fino quasi a strozzarsi appiccicati nella morte nella quale siamo rinati per catarsi. Ma non ho fiori da darti io ho soltanto resti e scarti e la mia casa invasa e abrasa dai miei mille testi sparsi.
Una saga di vita odiata colmata da teschi marci per l'incontro di una fata che è in data da destinarsi.
Pagine da un calice dalle sorsate amare non fanno piangere quanto le lacrime di un padre che mi saprà ascoltare nonostante ciò che sono, anche se un grande cantante non sempre resta un grande uomo.
Ed è importante, quando crolla la colonna portante, esulta la folla per la colpa di una donna arrogante. Si stupisce del mio sguardo sempre spento vuoto e assente, se capisse che anche quando scopo sento poco e niente.
Quanto aspetto il giorno in cui ritorni, immerso in ogni mio complesso compresso da buchi enormi.
Non ti è chiaro il concetto? Allora lascia che ti informi: odio scrivere sul letto sapendo che adesso dormi.
È uno di quei giorni in cui ricamo teli neri, levitiamo trai pensieri ed evitiamo i più sinceri. 
Forse ci meritiamo di sembrare più leggeri ma quando ho detto "Ti amo" tu dov'eri? Eh?
Ho scritto un pezzo dentro una tua foto sopra al tuo sorriso spento e fuori fuoco. Sai che tengo tutto dentro e non mi sfogo e pure al centro io mi sento fuori luogo. 

Ma ho scritto un pezzo dentro una tua foto con il tuo sorriso spento e fuori fuoco, sai che tengo tutto dentro e non mi sfogo e pure se ci provo non so dare uno scopo a noi.''

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