mercoledì 21 marzo 2018

Catarsi

Mi dici che penso spesso a cose brutte. Ed è così.
Non ho mai capito cos'è che mi porta a pensare sempre al più nero di tutte le tonalità di nero, eppure, proprio adesso mi rendo conto che il nero fa parte di me.
Nero è quello che è stato quand'ero bambina, nero è quello che è stato quando ero ''ragazzina''. Nero è quello che sono adesso.
No, non è realistico pensare che io sia nero. Io sono bianco, rosa, blu, arancione, verde, grigio, rosso. Ho una gamma vasta di colori manco facessi il tuo mestiere - l'imbianchino - e non è colpa mia se quando la tela si colora di grigio, io penso già al nero. Non posso farci nulla, è anche questa una parte del mio inconscio. E ho imparato, o sto imparando, a conviverci.
Proprio da questo mio conviverci nasce il mio pensiero. La mia consapevolezza. La mia sicurezza. La non-probabilità, ma l'assolutezza.
A volte ho quasi vergogna di rivelare i miei pensieri, ma quando il bisogno di dirteli si fa vivo sulla mia pelle, cerco modo di addolcirli.
Mi è capitato di pensare a se un giorno tu non ci fossi più. Se un giorno tu morissi.
Ecco, non spaventarti, mi capita di pensare spesso alla mia vita senza le persone più importanti della mia vita. Ho pensato a se mia madre o mio padre morissero, se morisse mio nonno, se morissero i miei fratelli. E più penso e più mi avvicino alle persone, più quelle persone per me diventano aria, acqua, cibo della mia vita. L'essenziale della mia vita. Inconsapevolmente.
Se tu morissi, io morirei con te. Morirei a metà: la mia parte di me morirebbe all'impatto, l'altra parte di me, quella che tu conosci, quella che è legata indissolubilmente a te, rimarrebbe viva, pur senza l'altra metà.
Ma vivere nell'incompiutezza non è vivere, in realtà: è solo una fase di incubazione alla morte.
Se tu un giorno non ci fossi, sembra stupido e scontato, io non avrei di che parlare, di che interessarmi, di che vivere. Non avrei di che pensare se non al fatto che tu non ci sia e la mia vita rimarrebbe statica, ferma, assopita, addormentata, fino a che il disfarsi della mia vita mi poserà su di una nuvola immensa di assenza.
E mente penso e mi distraggo, torni alla mia mente tu. E il nero scompare, la morte scompare, rimane la mia mente nuda, pura; tu per me sei catarsi.

2 commenti:

  1. Il nero è anche il "mio" colore.
    Me lo porto addosso sempre. Ma il resto dei colori me li porto dentro, non mi servono fuori. Però chi non guarda abbastanza a fondo non può vederli.

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    1. È giusto così. Non tutti possono leggerci dentro. Siamo a nostro modo preziosi nel nostro essere.

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