venerdì 21 aprile 2017

Brutto sogno

''E daije mille compless
comme sì già nun ne teness
ce stanno minut ca’ nun pens
e parlà sul che tennent’s.''
D'impulso.
Una strofa di getto, vorrei scrivere. Come le canzoni che ascolto, veloci, concise, cantate con la rabbia di chi ha qualcosa da dire e te lo dice senza sosta, con impeto, con trasporto, con l'aria di chi ti dice tutto, subito, senza ''censura'', senza gentilezze, in tre/quattro minuti.
Vorrei scrivere così, vorrei cantare anch'io così, senza fermarmi e chiudermi nel mio silenzio che seppure non sia fastidioso, non mi si addice.
In questo periodo mi manca trasporto. Non scrivo con trasporto, non studio con trasporto, non parlo con trasporto, ho i sensi appiattiti. L'unica cosa che mi trasporta con un minimo di interesse sei tu.
Sto commettendo un errore, ne son consapevole, ed ogni volta che apro gli occhi, chiudo il rubinetto dell'acqua, smetto di fantasticare, mi dico ''fermati, arrestati finché sei in tempo''.
Vorrei davvero che la realtà in cui ritaglio il mio ruolo di figlia, studentessa, amica, ragazza per i corridoi, sconosciuta per il centro commerciale, possa colmare questa necessità che ho di attenzioni.
Io non ho più niente da dire. Si è appiattita la mia vena critica, si è appiattito il mio credere in positivo o in negativo (semplicemente, non credo, vado a tentoni senza pormi problemi), si è appiattito il mio appagare me stessa nella presenza degli altri, si è appiattito il mio contare su chi mi sta attorno. Non patisco assenze.
Non ho più niente da dire. Impossibile? Magari sì. Sicuramente sì. Ma ciò che ho da dire non voglio dirlo, mi è inutile, mi è difficile e non mi gratifica.
A gratificarmi è l'idea di ascoltare, e non di essere ascoltata.
Sei così complicato, un passo avanti e cento indietro, un sotterfugio per colpirmi e due per ritirarti.
So che non succederà niente tra di noi, mi godo il momento, ''usufruisco'' di questo momento per non annegare nella totale noia di questo periodo.
Questo è ciò che mi dico, per difendermi dall'altro lato di me.
Aprile è sempre il mese più brutto dell'anno. E' sempre il mese in cui sono più apatica, arrabbiata, odiosa, silenziosa, avvelenata e sfortunata.
Bello vero? Cento righe di niente.
''Non ho niente da dire'', ma quando? Ma come? Perché mi prendo in giro?
Non so più scrivere.

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