Il mio punto debole è lei. La gelosia che mi arriccia i capelli quando ti guarda, quando ti guarda come se volesse scoparti; la gelosia che mi fa saltare l'anima di venti metri più in alto, anche se cosciente di dover cadere, o a furia d'aspettare o a furia del tuo tenermi accesa al buio senza né chiedermi di spegnermi e né chiedermi di rimanere accesa.
Sono inquieta perché più ti guardo e più mi convinco del fatto che a te non interessi un bel nulla, perché di fatti, a te non t'interessa di me. Ti interesserebbe se, solo se e soltanto se, tu fossi in completo abbandono. Solo se e soltanto se, non ci fosse nessuno se non me.
Sento questo. Sento di venire dopo lei, che tu ammetta o non ammetta ti attrae e non puoi fare a meno di rispondere al suo richiamo di zoccola in calore, e dopo l'altra lei, che tu voglia dirmelo o no, ti parla come se voi stesse ancora insieme, come se non fosse cambiato nulla dall'estate, come se non fosse cambiato nulla tra me e te.
Che poi, cos'è cambiato tra me e te? E' cambiata una tua consapevolezza, sai di avere un altro stupido cagnolino che ti scodinzola dietro. E cos'è cambiato in me? E' cambiato il mio stato d'animo: vi osservo, la sento io stessa, quella forza che vi attrae l'un l'altro; vi osservo, mi struggo, ti vorrei uccidere. E vorrei uccidere me, che non mi tengo fuori da niente, che non mi interessa di niente pur di guardarti accanto a me, a un centimetro da me.
Slegami. Slegami e vai via da me.
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