giovedì 19 gennaio 2017

Caro diario, vorrei che non finisse mai

Quello scricchiolio di gelo nelle ossa.
Si muove, dilania, non si scioglie.
Mi fa piegare le gambe in preda al freddo, è come se lo sentissi invadere il mio corpo: dalle steppe desolate delle mie gambe, fino alla città gelata della mia mente. Come Napoleone che tenta in tutti i modi di tenere in pugno la Russia.
Lo sento fischiare nelle mie orecchie, lo sento irradiarsi nei calzini bagnati quando piove, e a poco a poco, penetra nelle mie ossa, indebolendomi.
Le mani rugose, violacee, incastrate nelle tasche di cappotti. Sciarpe in cui mi attorciglio in modo da non far infreddolire il collo, il petto, le braccia: i tre punti più delicati per eccellenza, ci ho già sciolto tre scricchiolii.
Sì, fa un freddo cane. Un freddo così si è visto solo nel 2012, qui al Sud. Avevo rimosso le sciarpe di lana che pizzicano, le calzamaglie sfilate, i capelli che ti appiattiscono i capelli ma sono così caldi.
Fa un freddo cane. Eppure, mi perdo nella bellezza di questo inverno, che aspettavo sempre da bambina.

1 commento:

  1. Hai ragione Giovanna la bellezza della natura è indescrivibile freddo a parte.
    Io sto bene grazie del pensiero
    Un abbraccio
    Maurizio

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